Chi non si perde è perduto

CHI NON SI PERDE È PERDUTO

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Collettivo Camerachiara / La terra galleggiante

Chi non si perde è perduto è un invito al viaggio. In un mondo sconosciuto dove non si può che ritornare. Un mondo liquido, fatto di macchie e abitato da fantasmi. Un bosco dove perdersi e cercare di orientarsi. Dove bisogna ritornare bambini per poter vedere gli spiriti, seguire il loro canto, e ricostruire continuamente il mondo. A ogni passo. Un essere prende forma, come la nascita di una galassia, o di una più piccola, nuova, vita. Luce tra altre luci, ombra tra altre ombre. Inevitabilmente solo. Nel suo cammino farà degli incontri, e nelle figure della vita scorgerà i suoi fantasmi. Dovrà perdersi nei suoni del mondo, nel caos delle sue immagini, per raccogliere i segni che gli permetteranno di orientarsi. E forse, infine riconoscersi. Chi non si perde è perduto si muove tra le superfici delle immagini e ne esplora le forme. Ne celebra il mistero. Si serve della trasparenza e ne accetta le opacità. Cosa vediamo in una fotografia? In una pittura? In un’immagine proiettata? Nel profilo di un corpo che scompare nell’ombra? In scena, una performer si muove tra schermi di cellophane che scendono dall’alto come velari a delimitare la scena. Nasce come corpo di luce, per poi dissolversi nell’ombra. Corpo irraggiungibile, si trasforma perdendo la sua realtà tra il colore della sfocatura e la silhouette della sua ombra. Di fianco a sé un musicista, anche lui celato da uno schermo, la accompagna nel viaggio, tesse le trame emotive dei paesaggi e dialoga con lei con la sua presenza fantasmatica. Un caleidoscopio di luci e superfici trasparenti, di suoni e di immagini, sgretola lo spazio per immergerlo in un nuovo paesaggio che allude alle atmosfere dell’immaginario fantascientifico come a uno spazio transitorio, suggerito dai teli di cellophane che potrebbero avvolgere un vecchio cinema abbandonato, dove dal tempo riemergono i suoni e le voci di alcuni vecchi film. 

Di Alberto Danzi, Giulietta Debernardi, Enrico Gaveglio, Paolo Leonardo, Alberto Momo
Con Giulietta Debernardi
Musiche dal vivo Alberto Danzi
Video di Alberto Momo
Dalle opere di Paolo Leonardo
Supervisione figura Damiano Privitera
Voci Giusy Zanin, Giuseppe Di Maio, Alberto Pagliero
Laboratorio Polifonie

genere teatro, musica, danza, teatro di figura

Flora #1

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Duo Kaos
09 > 18 Dicembre 2022
9-10-16-17 DICEMBRE 2022 ore 19 e ore 21 / 11 e 18 DICEMBRE 2022 ore 16:30 e ore 19:00
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

La continua possibilità della vita e quanto essa, dalla purezza del suo potenziale in seme, si sviluppi plasmata dalla relazione con lo spazio, il tempo, l’altro da sé. Uno spazio immersivo dove lo spettatore è invitato ad abbandonare lo sguardo e una piattaforma circolare, con il pubblico disposto intorno a 360 gradi. In Flora #1 gli artisti Giulia Arcangeli e Luis Paredes Sapper di Compagnia Duo Kaos si muovono sulla scena contaminando le tecniche del circo contemporaneo – bicicletta acrobatica, mano a mano e l’utilizzo di un attrezzo aereo creato dalla compagnia – con la ricerca coreografica. 

In accordo con la cifra stilistica della compagnia, Flora #1 si sviluppa attraverso la giustapposizione di scene dal forte impatto visivo ed emotivo: il linguaggio e le tecniche del circo contemporaneo, la ricerca coreografica, il valore simbolico degli elementi in scena e l’utilizzo di musiche e sonorità originali sono i mezzi espressivi di una poetica evocativa. La scenografia è costituita da un palco girevole in legno di diametro circolare e la costruzione delle scene, delle composizioni e delle azioni coreografiche prevede la collocazione del pubblico a 360°. In un percorso di costante ricerca, in equilibrio tra tradizione e sperimentazione, spontaneità e ricercatezza, le creazioni della compagnia si compongono di paesaggi visionari dove i corpi e gli oggetti sono ugualmente protagonisti e motori drammaturgici. I corpi, attraverso la relazione gestuale reciproca e con lo spazio, evocano l’ambiente materico della terra, la ciclicità della vita che ha un inizio e una fine, il cui ricongiungersi ne simboleggia l’eternità. La suggestione ritualistica è convocata a far emergere il carattere universale della storia, a tradurre in gesto poetico il mistero della vita. 

Di Duo Kaos
Immaginario, corpi e coreografie Giulia Arcangeli e Luis Paredes
Coproduzione  Centro di produzione blucinQue/Nice
Scenografica  Spazio scenico Ancona
Costumi Stefania Cempini
Musiche Florence Caillon
Tecnico Paolo Locci

genere Circo contemporaneo

24OREX24MINUTI

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Raffaele Irace
02 > 03 Dicembre 2022
dal 2 Dicembre - ore 19:00 al 3 Dicembre ore 20:00

 

La challenge si potrà seguire anche online durante tutte le 24 ore di creazione collegandosi gratuitamente su www.niceplatform.eu. Sulla medesima piattaforma, al prezzo di 5 euro, si potrà assistere in live streaming alla performance conclusiva della maratona creativa, sabato sera alle ore 20:00.

Nice Festival - Torino
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

Due artisti trascorrono 24 ore insieme nello spazio chiuso di un teatro, che non possono lasciare, dormendo e mangiando sul palcoscenico. Durante questo lasso di tempo, sviluppano un concept e creano una performance (della durata di almeno 24 minuti), che viene presentato dal vivo sul palco un’ora dopo la scadenza delle 24 ore. La performance non ha limitazione stilistica alcuna, ma la danza è prevalente.

Durante tutte le 24 ore, anche di notte e al mattino presto, il pubblico può essere presente in sala e assistere alle prove, interagire con gli artisti e dare input per la creazione dello spettacolo, consegnando suggerimenti sotto forma di testo scritto su un foglio. Gli artisti scelgono se tenere conto o no di questi suggerimenti. Una videocamera trasmette in streaming on line le 24 ore di prova e lo spettacolo e una chat room collega lo spazio esterno con lo spazio interno del teatro, consentendo al pubblico di interagire con gli artisti anche tramite chat. Il risultato della restituzione dopo le 24 ore non è prestabilito e gli artisti hanno piena libertà creativa. Possono portare con sé oggetti di scena, testi, strumenti musicali prima dell’inizio del countdown delle 24 ore. In ogni caso, lo spettacolo deve essere concepito, provato e presentato allo scadere del tempo a disposizione. A causa delle restrizioni spaziali e temporali, della privazione del sonno, della costante osservazione e presenza del pubblico e della pressione a cui sono sottoposti gli artisti per realizzare un vero e proprio spettacolo, in un così breve lasso di tempo, si rendono visibili e tangibili i processi mentali, fisici, umani, che normalmente vengono diluiti durante una regolare produzione di danza.

Queste condizioni estreme e il fatto che entrambi gli artisti si incontrino nel progetto, per così dire, “impreparati”, portano all’emersione di elementi inaspettati e insoliti. 24OREX24MINUTI offre agli artisti una sfida unica e la possibilità di mostrare le proprie abilità in un contesto non ordinario. Con il biglietto per l’appuntamento del 2 dicembre si potrà assistere al processo creativo degli artisti durante tutte le 24 ore dalle 23:00 alle 9:00 previa prenotazione dell’orario su biglietteria@blucinque.it) Il biglietto acquistato per l’appuntamento del 3 dicembre darà accesso allo spettacolo di almeno 24 minuti, realizzato durante le 24 ore, seguito dall’incontro degli artisti con il pubblico.

Raffaele Irace, creatore del format 24 Ore X 24 Minuti, è direttore della programmazione danza presso il Gallus Theater di Francoforte, fondatore del festival di danza “Solocoreografico” e del format “Impro_Ring”. Particolarmente interessato alla ricerca della danza nei suoi vari aspetti e forme espressive, sviluppa format artistici ideali come piattaforma espressiva per gli artisti e per agevolare il networking tra i professionisti della danza. Studia all’Accademia di Danza del Teatro Nuovo Torino, in Italia, e all’École-Atelier Rudra di Maurice Béjart – Losanna, in Svizzera. Nel 2005 consegue la Laurea in DAMS presso l’Università degli Studi di Torino. Irace è stato danzatore solista per la Compagnia di Danza Teatro Nuovo di Torino, il Tanztheater Regenbogen di Koblenz, il Teatro di Stato di Kassel, il Teatro di Stato di Braunschweig e il Teatro di Stato Gärtnerplatz a Monaco di Baviera, in Germania. Durante la sua carriera internazionale in Europa tra Italia, Germania, Belgio e Francia, danza le opere di grandi maestri della coreografia come Robert North, Mats Ek, Renato Zanella, Austin Hartel, Carolyn Carlson, Jacopo Godani, Maurice Béjart, William Forsythe e molti altri. Irace ha creato coreografie per la danza, l’opera e il teatro ed è attivo come maestro di ballo in diverse compagnie nel mondo.

Un format di Raffaele Irace
Con Noemi Dalla Vecchia e Ulysse Zangs
Un progetto Associazione Culturale Supernova
in coproduzione con blucinQue/Nice

Genere Danza

Non stare ferma nel vento

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Fiorenza Menni / Ateliersi

Non stare ferma nel vento è un reading poetico e musicale ideato e interpretato da Fiorenza Menni, che per la sua composizione ha inseguito una traccia tesa a restituire i pensieri e l’agire indipendente e innovativo di alcune autrici scelte per la loro capacità di essere dirompenti (Alejandra Pizarnik, Emily Dickinson, Anne Sexton, Claudia Rankine,  Rupi Kaur e Claudia Ruggeri). Si tratta di un percorso capace di coinvolgere il pubblico nell’emozione delle posizioni più radicali delle poete scelte, delle loro immaginazioni etiche e, dove presenti, delle lotte e ribellioni praticate nelle loro vite personali. L’interpretazione dei versi entra in dialogo con le musiche originali suonate dal vivo dalla percussionista Giulia Formica e con la prima strabiliante pupazza creata dall’illustratrice e fumettista Francesca Ghermandi. Fiorenza Menni, seguendo questa traccia, intende fare emergere quali mondi diversi hanno immaginato e desiderato le poete capaci di scrivere quei versi. Quali nuovi e diversi modi di vivere o immaginare la vita hanno saputo indicare.

di e con Fiorenza Menni

progetto sonoro di Fiorenza Menni e Giulia Formica
alla batteria Giulia Formica

in collaborazione con la Biblioteca Italiana delle Donne
Una produzione Ateliersi
Con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna e Comune di Bologna

Negozio di giocattoli

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Madame Rebiné

All’interno di un negozio di giocattoli, i tre vecchi gestori si scontrano con il problema del calo degli incassi, della poca affluenza e dei cambiamenti, troppo veloci per le loro gambe stanche. Il negozio di giocattoli non è solo un’attività che cede il passo alle multinazionali ma è il sogno di tre amici, il loro mondo, la loro vita a confronto con quel vento forte che chiude i battenti. Una storia semplice, poetica e divertente raccontata attraverso la magia del circo, che trova il suo habitat naturale nel gioco e nella fragilità della vita. Negozio di giocattoli è uno spettacolo di circo contemporaneo che affronta il tema del cambiamento raccontando l’epilogo di un’attività commerciale. In un momento storico dove il tempo corre all’impazzata e il futuro è sempre più difficile da definire, i tre personaggi si confrontano con le loro emozioni alla ricerca di una stabilità. In scena tecniche molto differenti fra loro, fra cui l’hula hoop, il trapezio fisso, la bici acrobatica e il teatro d’ombra. Il tutto accompagnato da momenti d’interazione clownesca e tanta magia.

di e con Andrea Brunetto, Max Pederzoli, Alessio Pollutri
sguardo esterno Mario Gumina
magie nouvelle Andrea Fidelio

costumi e scenografia Elettra Del Mistro
costruzioni magiche Luca Mercatelli

realizzazione delle maschere Real Flesh Mask
visual Laura Fanelli

produzione Madame Rebiné

genere Circo contemporaneo

Assis

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Jérôme Thomas

Seduto su una sedia. Jérôme Thomas è stato uno dei primi giocolieri nella storia a fare il giocoliere seduto su una sedia. Come Neil Armstrong che fece il primo passo sulla Luna. Giocola, manipola, nasconde, cela, con una precisione pari al borseggiatore di Robert Bresson, i suoi oggetti preferiti. Gelatine, sacchetti di plastica, piume, campanelli, oggetti musicali. Seduto su una sedia, galleggia nell’aria, senza peso. In questo solo, Thomas si fa giocoliere di piccole così come di grandi oggetti, cesellando con i suoi gesti lo spazio e il tempo. In un costume da mago moderno o da vagabondo celeste di Jack Kerouac, fa uscire, sparire e riapparire dalle sue tasche una miriade di oggetti. Quaranta minuti di tempo sospeso, una sedia, un uomo seduto, due proiettori, gli spettatori, l’intimità condivisa, il cabaret. Come in Aspettando Godot non succede niente eppure accadono molte cose, insignificanti, significative, commoventi, futili, utili. Sospeso, sicuro, il giocoliere rimane seduto sulla sedia.

Di e con Jérôme Thomas

Accompagnamento artistico Hélène Ninérola

Musica Christian Maes
Luci  Dominique Mercier-Balaz

Assistente Valentin Lechat

BlinDate

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Sandhya Nagaraja

Dal corpo. Il ritmo del respiro diventa sonoro e si fa canto, diventa movimento e si fa danza. Danza e canto si compenetrano per dare vita al personaggio, al ricordo, all’emozione, per evocare immagini e mondi, attraversando le barriere dello spazio e del tempo grazie al teatro, luogo-non luogo magico per eccellenza, per cogliere ciò che è insito nell’uomo eppure lo trascende.    

Sandhya Nagaraja, ballerina, coreografa e cantante di origini italo-indiane, ha cominciato il suo percorso professionale a Milano, proseguendo il suo perfezionamento a Londra. Si è formata nella tecnica classica e a seguire in quella moderna e contemporanea e poi modern jazz con David Parsons a New York. Si è diplomata all’atélier di Teatro-Danza dell’Accademia D’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove ha iniziato a creare le sue coreografie e ha cominciato anche i suoi studi sulla voce. Come danzatrice ha collaborato con vari registi fra cui Damiano Michieletto, Maurizio Nichetti, Giorgio Gallione, Francesco Micheli, Leo Muscato, Michal Znaniecky, oltre che con numerosi musicisti e artisti visivi. Canta stabilmente nel trio vocale Les Triplettes col gruppo musicale anni ’30-’50 Le PetitOrchestre, con cui ha anche inciso due dischi, come solista del Magpie Swing Quartet, e con l’ensemble polifonico di musica antica/contemporanea DeLiCanti. Ha partecipato a vari festival nazionali e internazionali, quali la Biennale dei giovani artisti a Sarajevo, l’Internationale Orgel Konzerte Konstanz, il MittelFest, il festival di Monteverdi a Cremona e la Biennale Danza a Venezia.

EQUIVOCO

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Sergio Antonino
13 Novembre 2021
20:45 in teatro / ore 21:00 online a seguire on demand
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

Se davvero l’arte, in quanto libertà pura, come dice Kant, “è inutile, non serve a niente e per questo ci libererà”, una performance destinata a un non pubblico, in uno spazio svuotato del suo contenuto umano voyeuristico e giudicante, potrebbe diventare per l’artista il luogo ideale per una creazione finalmente libera. È questa una grande opportunità per i creativi, il teatro e i suoi fruitori, che questo periodo post pandemia offre a chi vuole cogliere la reale urgenza e necessità del fare arte incondizionatamente. “Equivoco”, l’assolo creato dal danzatore e coreografo Sergio Antonino per la stagione “Solo in teatro”, esamina la relazione tra un artista ed il pubblico assente, percepito forse per questo ancora più intensamente, e indaga sul dialogo con questo partner ideale, destinatario ultimo del suo agire. Abolita la dicotomia tra osservante ed esecutore, il teatro diventa il luogo per una metafisica comunione senza tempo tra sensibilità differenti.

Sergio Antonino nasce a San Severo in Puglia nel 1974. Laureato in Storia dell’arte all’Università di Roma La Sapienza, nel 2001 si diploma all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano con specializzazione in coreografia. Dal 2002 dirige, assieme al coreografo israeliano Avi Kaiser, la compagnia Kaiser-Antonino Dance Ensemble e l’atelier di ricerca coreografica The Roof TanzRaum nella città di Duisburg in Germania, dove ottiene la residenza artistica permanente. Numerosi gli inviti come docente e creatore in diverse istituzioni ed accademie universitarie, le coproduzioni internazionali, le partecipazioni in festival d’Europa, Canada, Stati Uniti e Medioriente. Nel 2012 fonda, assieme a Kaiser, il Festival DuisTanz e dal 2016 è membro della Associazione dei coreografi Israelani a Tel Aviv.

POLIMNIA

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Bea Zanin

Polimnia, una delle Muse figlie di Zeus e di Mnemòsine, Dea della Memoria, è la musa degli inni sacri e delle danze rituali. La memoria è essenziale per l’arte, per la formazione dell’identità attraverso il tempo. Si può individuare un’affinità strutturale tra gli inni sacri del passato e la musica elettronica dance: il loro procedere ossessivo e “mantrico” suggerisce un parallelismo tra le danze rituali e la dancefloor.

Lo show di Bea Zanin è un’operazione archeologica-creativa, che porta alla luce nuovi mondi espressivi. Tutto ciò avviene attraverso l’uso di campioni di brani facenti della memoria musicale collettiva e personale, manipolati elettronicamente per essere trasformati e portati a un nuovo status espressivo. La presenza del violoncello suonato dal vivo agisce come ulteriore richiamo all’antica sacralità, che si rinnova nel presente nella sua unione con la musica elettronica, ma che al contempo si proietta nel futuro, rappresentato visivamente dall’altare/consolle di Polimnia. Passato, presente e futuro si incontrano e si intrecciano sul palcoscenico, sia musicalmente che spazialmente, fino alla creazione di un vero e proprio dj set.

Dal violoncello classico, ai palchi del rock, alla musica elettronica. Bea comincia la sua formazione musicale con lo studio classico del violoncello. Successivamente, attratta dai suoni grezzi dell’underground torinese, associa l’electro-pop a strumenti inusuali mutuati dall’industrial. Collabora, soprattutto come violoncellista pop/post-rock, con vari artisti tra cui Daniele Celona, Luca Morino (Mau Mau), Spaccamonti, Bianco, Jack Jaselli. Affianca all’attività di musicista quella di compositrice di colonne sonore. Nel 2014 pubblica online il suo primo lavoro solista autoprodotto, con sonorità che spaziano dall’electro-pop alla musica classica, che le porta una segnalazione su Rolling Stone di marzo 2016 e una intervista su Rumore a maggio 2016. Nel febbraio 2018 presenta al Seeyousound festival il video del suo brano “Ho Nostalgia”, con la regia di Luca Morino.

SARANNO FAMOSE?

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Luisella Tamietto

Attrice e insegnante di recitazione, Luisella si è diplomata presso la scuola di teatro di movimento Philippe Gaulier a Parigi nel 1987. In Teatro si è esibita in centinaia di repliche al fianco di Milena Vukotic e Athina Cenci, per il cinema diretta da Marco Ferreri, Guido Chiesa e Gianni Amerio. Fondatrice del gruppo di teatro comico Le Sorelle Suburbe, con cui per vent’anni si è esibita con vari titoli, affiancando anche Piero Chiambretti, Bruno Gambarotta e personaggi di grande caratura sui palcoscenici teatrali e televisivi più prestigiosi. Lo spettacolo “Il Peggio del Meglio delle Sorelle Suburbe” ha divertito il pubblico tedesco, rumeno, danese, grazie ad una lunga tournée europea. Sempre in qualità di attrice comica ha lavorato nelle trasmissioni Markette e Chiambretti Night con Piero Chiambretti su La7 e Canale5 e in numerose produzioni teatrali e televisive. Attualmente insegna teatro e dirige le messe in scena di numerosi spettacoli di circo contemporaneo per la Fondazione Cirko Vertigo.