Solocoreografico - Solo Dance festival

Raffaele Irace

Torino si prepara a tornare per il decimo anno consecutivo, il terzo al Teatro Cafè Müller, polo della danza internazionale, grazie all’iniziativa e sotto la direzione artistica del coreografo Raffaele Irace, che fa approdare nelle giornate del 17, 18 e 19 marzo al Teatro Café Müller di Torino, Solocoreografico, il festival per la composizione coreografica d’assolo, per questa edizione torinese realizzato in collaborazione con Associazione bluncinQue e Associazione Supernova.

Il festival si articolerà sulle due serate di venerdì 17 e sabato 18 marzo dalle ore 21:00, cui si aggiungerà la terza giornata di domenica 19 marzo alle ore 15:00 con la sezione Giovani. Durante le prime due serate, gli spettatori potranno assistere, nella prima parte, alle esibizioni dal vivo dei danzatori, il Solo Dance Festival, momento centrale della manifestazione e per il quale sono state selezionate cinque opere coreografiche tramite bando o con invito diretto: si tratta delle creazioni d’assolo di danzatori provenienti da Germania, Grecia, Italia e Portogallo; nella seconda parte, invece, il pubblico in sala assisterà alla sezione Solocoreografico Film Night, dedicata alla video-danza grazie a una selezione di cortometraggi selezionati anche questi tramite bando internazionale e in collaborazione con il contest di videodanza La Danza In 1 Minuto di Associazione Coorpi.

I cinque artisti che si esibiranno con le loro coreografie d’assolo per Solocoreografico – Solo Dance Festival sono stati selezionati ed invitati tra oltre 350 candidati. Si tratta di:

Cecilia Castellari (Italia/Germania) in Pagliacci, coreografia di Tiago Manquinho (Portogallo). 
Il clown è una figura archetipica che esiste da sempre: fa ridere per i suoi incidenti e fallimenti. Il clown ricorda alle persone in modo umoristico l’imperfezione e il disordine, il caos e la caduta e infine la morte. È qualcuno che prende su di sé i limiti, le tragedie, le contraddizioni, i conflitti, la stupidità, l’innocenza, la vulnerabilità, il dolore e le ferite. E gioca consapevolmente con loro. Ma cosa succede alla persona dietro la maschera, che vive gli stessi tragici destini di tutte le persone? Come gli altri, non può sottrarsi alla consapevolezza della propria caducità. In che modo l’artista riesce a intrattenere la folla, notte dopo notte? La saggezza del clown sta nel cadere e nel rialzarsi. È una risposta profonda al problema principale della morte in tutte le sue forme.

Eliane Roumié (Grecia) in Intekal danzato e coreografato dalla stessa (presentato in collaborazione con Tanzplattform Rhein-Main di Francoforte, Germania). Spostarsi, staccarsi dalle proprie radici, allontanarsi. Emigrare alla ricerca di condizioni migliori è un processo di evoluzione esistenziale. Un costante processo di sradicamento e reinsediamento. Una transizione, che non è lineare e non ha una direzione. Si compone di vari elementi. È un misto di esperienze. “ιντεκάλ / انتقال” è un pezzo solista influenzato dalle origini della danzatrice e si basa sulla storia di un uomo – suo padre – spostatosi da un luogo all’altro nel corso della sua vita. Il pezzo si ispira alla narrazione di Georges Roumié che descrive il suo rapporto con il suo Paese di nascita, la Siria, e la sua casa, la Grecia.

Michael Ostenrath (Germania) in Red Curtain, danzato e coreografato dallo stesso.
 Red Curtain è un’esplorazione del movimento all’interno dell’impianto drammaturgico. Reinventare se stessi cercando di rompere gli schemi è il danzatore è sempre un punto di partenza. Oltrepassare i confini di genere e la norma sono domande costanti della sua vita quotidiana. “Essendo fortemente influenzati dalla cultura pop, dall’ascesa dei media digitali e dallo sviluppo tecnologico, ci troviamo di fronte alla possibilità di ricreare un’immagine di noi stessi. In questo senso utilizzo le mie costanti fluttuazioni di identità e le risultanti diverse immagini di me stesso, per la mia espressione artistica e ricerca coreografica”, spiega l’artista.

Bruno Jorge Duarte | Companhia de Dança de Almada (Portogallo) in Inverno – Estratto coreografato e danzato dallo stesso (presentato in collaborazione con il Festival Quinzena de Dança de Almada, Portogallo). “Da bambino ricordo immagini molto vivide che vedevo in televisione, affascinato, sulle usanze invernali di Trás-os-Montes, località del Portogallo. Diavoli, figure, maschere e sonagli: personaggi che hanno sempre esercitato su di me un magnetismo – racconta Bruno Duarte per descrivere la sua creazione -.Attraverso questa coreografia, ho l’opportunità di esplorare scenicamente l’intersezione tra la sacralità rituale di queste celebrazioni ancestrali e il linguaggio della danza contemporanea. Tra sacro e pagano, ancestrale e contemporaneo, umano e soprannaturale, “Inverno” cerca di trasmettere la magia che vive in quei luoghi al momento del solstizio d’inverno, ritraendo il battito della terra, l’emancipazione dei giovani, le strade, la trasgressione – al contempo governata da pratiche fisse – e il forte misticismo culturale. Questo è un lavoro su ciò che è vivo, ma anche sulla memoria di ciò che è stato vissuto e di quello che viviamo oggi”.

Elisa Mutto in Coppelia project, coreografia di Caterina Mochi Sismondi / C.ia blucinQue (Italia).
 Bambola meccanica e illusione, corpo spezzato, fuori asse, appeso come una marionetta: Coppelia project riporta con questo assolo della coreografa Caterina Mochi Sismondi, l’attenzione al tema dell’identità della donna, della sua fragilità e costrizione e dei ruoli che può rivestire, la maschera come elemento che in realtà ciascuno di noi indossa, che va riconosciuto per potersene liberare. Ispirato al balletto Coppélia, la danzatrice e acrobata Elisa Mutto porta in scena questo primo seme di creazione in cui vengono unite e armonizzate tecniche della danza e della contorsione alla sospensione capillare, che consiste nel sollevarsi dal suolo, grazie anche al lavoro dietro le quinte del rigger e artista Michelangelo Merlanti, stando appesi solo per i capelli. La musica, a partire dalle note di Delibes è curata dalla musicista Bea Zanin e ripropone temi del balletto, con interferenze di elettronica e composizioni live.

Solocoreografico – Solo Dance festival
Ideazione e direzione artistica Raffaele Irace

Produzione Valeria Palma
Comunicazione Valeria Palma, Viola Ventura, Saskia Tindle

EDIZIONE TORINESE DEL Solocoreografico – Solo Dance festival
è coprodotta da Associazione Culturale Supernova
e Centro di produzione blucinQue/Nice

Il festival fa parte della stagione 2023 del Teatro Café Müller di Torino
Realizzata con il contributo di Bando TAP – Torino Arti Performative
In collaborazione con Centro di produzione blucinQue/Nice
Con il sostegno di Teatro Café Müller di Torino, Città di Torino
Con il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Regione Piemonte

Solocoreografico – Solo Dance Festival é sostenuto da Associazione SUPERNOVA ETS | Raffaele Irace | Associazione blucinQue | Teatro Café Müller | Associazione Coorpi | Kulturamt Stadt Frankfurt am Main | Gallus Theater | Amt für multikulturelle Angelegenheiten Frankfurt | Tanzplattform Rhein-Main | Norddeutsche Konzertdirektion
Partner artistici del festival sono: Festival Lucky Trimmer – Berlino | Machol Shalem Dance House – Gerusalemme | Contemporary Solo Dance Festival – Ankara | ODT International – Singapore | Ballettgesellschafft Hannover | Associazione blucinQue | Fondazione Cirko Vertigo | C.ia Dejà Donné – Milano | Oklahoma International Dance Festival – OC| Studio ElHouma – Tunisi | Jerusalem International Solo Dance Festival | Festival Quinzena de Dança de Almada