Pandemia

Pandemia

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Leo Bassi

Imprevedibile, geniale, provocatorio. Leo Bassi, vero monumento della clownerie mondiale, porterà in scena il suo nuovissimo spettacolo Pandemia, ispirato ai tempi che stiamo vivendo, che lascerà gli spettatori piacevolmente sconvolti e totalmente disarmati di fronte alle sue trovate dissacranti, frutto di una carriera lunga 40 anni. 

Nelle sue performance Bassi riesce, come pochi altri maestri della comicità, a trattare in chiave surreale i congegni malati della società moderna, per dimostrarne l’assurdità e prospettare nuove speranze. Giocando come sempre sulla provocazione e sugli eccessi che sfiorano la crudeltà, Bassi romperà ancora una volta tutti gli schemi e i generi, collocandosi fra il comico, il teatro di strada, l’arte circense e il teatro politico.

Attore, comico, clown, giocoliere, circense. Semplicemente artista. Imbrigliare in un genere predefinito l’arte di Leo Bassi, nato negli Stati Uniti nel 1952 da una famiglia di circensi, è pressoché impossibile. Grazie alla capacità di dialogare in molte lingue, Leo Bassi ha calcato le scene internazionali, dall’Europa all’Oriente, confermando il nomadismo insito nelle sue origini circensi. Oggi risiede in Spagna. Negli anni, i suoi spettacoli si sono sempre più rivolti all’interazione con il pubblico, in un parossismo demenziale a tinte drammaturgiche molto forti. Lo spettacolo “La Revelacion” del 2008 è un proclama contro i falsi miti della religione, e un tributo alla ragione e a scienziati, filosofi e artisti. Nel 2012 ha aperto una chiesa, a Madrid, chiamata El Paticano, fondata in onore di pagliacci, giullari e liberi pensatori. Una papera di gomma è identificata come simbolo di simpatia e innocenza, virtù essenziali per il pensiero scientifico e filosofico e come pilastri fondamentali della commedia e del senso dell’umorismo. A El Paticano si celebrano messe e matrimoni.

TRASH – IL GRANDE PESO DELLA MODA A PICCOLI PEZZI

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Delia Ceruti

Una performance di forte impatto visivo, metaforico ed emozionale porterà il pubblico di traSh a riflettere sul tema del fast fashion e sull’importanza di adottare, nelle nostre scelte quotidiane, comportamenti più sostenibili. Oggi la società occidentale è letteralmente inondata di vestiti a basso prezzo, che hanno un peso enorme sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei lavoratori che li producono, costretti a lavorare in condizioni disumane nelle aeree più povere del pianeta, oltre che sulla salute psicologica dei consumatori, spesso accecati dalla compulsività dell’acquisto, in grado di generare sentimenti contrastanti nell’acquirente: dall’eccitazione alla delusione, fino al senso di colpa. Delia, protagonista e ideatrice dello spettacolo, utilizzando la tecnica della sospensione capillare, si librerà in aria utilizzando, come contrappeso, il quantitativo medio di abiti acquistati in un anno da una persona in Europa. Il fast fashion qui prende corpo a tutti gli effetti, acquisisce un volume misurabile e visibile, colpisce lo spettatore che inevitabilmente fa parte di questa industria, che si muove veloce dalla passerella al consumatore e infine alla spazzatura.

Corda aerea, trapezio dance, tessuti, sospensione capillare, ma anche pattinaggio, danza sulle punte, danza aerea, trampoli. Delia Ceruti è un’artista versatile che, dopo anni di formazione nella danza, è approdata con successo nel mondo del circo. Specializzata in discipline aeree, è interessata al movimento nella sua accezione più ampia, alla clownerie, al teatro fisico. Ha collaborato, tra gli altri, con The Generating Company, il Comitato Olimpico 2012, ha preso parte alla cerimonia di chiusura delle Paralimpiadi di Londra 2012, ha lavorato con la compagnia inglese Cirque Productions, la canadese Cirque Fantastic e con i No Fit State Circus. Sopra tutte le altre collaborazioni, Delia può vantare da anni di essere nella rosa di artisti scelti che entrano a far parte del Cirque du Soleil. Fra le ultime produzioni cui ha preso parte, c’è quella di “Cuculand Souvenir” con Roberto Olivan.

LA TABLE

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Tiziana Prota

Lei è una donna che ama troppo, lui, Monsieur Renard, una volpe imbottita. L’ispirazione per lo spettacolo “La Table” viene dal libro “Le donne che amano troppo”, dello psicologo americano R. Norwood. Il libro descrive storie diverse di donne che si trovano in una relazione con un uomo e tutte hanno un punto in comune: tutte queste relazioni si basano sul bisogno viscerale di essere assistiti, per l’uomo, e di assistere, per la donna. A causa di ciò che hanno attraversato durante la loro vita e molto spesso durante l’infanzia, queste donne diventano dipendenti dagli uomini che le imbrigliano in relazioni malsane e di dipendenza. La protagonista dello show è passionale e pazza, creativa e acrobatica. M. Renard, la volpe pupazzo, rappresenta il tipo egoista e manipolatore di essere umano che non è in grado di amare nessuno, ma allo stesso tempo vuole mantenere l’amore cieco della donna che lo ama troppo per il proprio conforto e interesse. Con ironia e attraverso il linguaggio circense, si racconta una storia che parla di ricerca della felicità, dell’affermazione di se stessi e dell’illuminazione che conduce a un’autentica libertà. “La table” è un progetto personale di Tiziana Prota, che attraverso di esso esprime il suo desiderio di creare senza seguire nessuna regola o moda del mondo del circo contemporaneo, al fine di comunicare liberamente con il pubblico a livello emotivo. Tiziana invita tutti a sbarazzarsi di ciò che più ci spaventa e ci attira, in particolare dell’idea che il vero amore sia quello che ci fa soffrire.  

Artista circense specializzata in trapezio fisso e danza, trapezio ballant e corda. Dopo essersi diplomata presso la scuola Cirko Vertigo di Grugliasco (TO), continua il perfezionamento alla Scuola Superiore di Circo e Danza di Stoccolma (DOCH), dove si diploma nel 2010 e riceve una solida formazione teatrale, musicale e di improvvisazione in strada. Da quel momento inizia a lavorare con alcune delle più grandi compagnie del circo contemporaneo europeo: CirkVOST di Francia, Burnt Out Punks e Circus Cirkor di Svezia. Dopo essersi consolidata artisticamente, si dedica al suo primo progetto personale, intitolato “La Table”.

MINIMINAGGHI

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Salvatore Cappello

MINIMINAGGHI è una presentazione in atti di un insieme eterogeneo di coreografie di circo che Salvatore Cappello ha creato utilizzando diverse discipline: l’acrobatica, le cinghie aeree, il movimento espressivo del corpo. La scoperta di un luogo e la conseguente ricerca artistica che ne deriva, dunque la creazione in sito, è uno degli “indovinelli“. Gli atti nei quali si articola lo spettacolo sono tre: l’entrata, il divano e il volo. Ogni atto è caratterizzato da un differente stato d’animo e da un diverso ambiente, ma il tutto è unito dal medesimo spazio temporale. Nel primo atto è l’acrobatica a terra a farla da padrona, nel secondo l’espressività corporea, nel terzo le cinghie aeree, con le quali il protagonista si libera dalla gravità e si libra in volo.

Nato e cresciuto in Sicilia, Salvatore Cappello comincia i suoi studi di circo nel 2009 con la scuola di Cirko Vertigo di Torino. Nel 2015 ottiene la Laurea d’Artista di Circo Professionale presso l’Acadèmie Fratellini – Centro Nazionale per le Arti Circensi di Parigi. Negli ultimi anni ha partecipato a creazioni e progetti di circo, danza, teatro e Opera in vari Paesi europei, collaborando con nomi come Ricci/Forte, Fanny Ardant, David Bobee, Raphaëlle Boitel, Bruno Geslin e tanti altri. Parallelamente prosegue la sua ricerca come autore e interprete con un approccio interdisciplinare, interessato al dialogo e all’incontro tra le differenti forme di arti dal vivo. Facendo tesoro delle esperienze e degli incontri avuti negli anni, utilizza le sue pratiche e il suo percorso artistico come base per lo sviluppo e lo studio di creazioni artistiche e per la sua metodologia pedagogica.

NESSUNO FACEVA CASO AI SUOI OCCHI

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Elisa Mutto
27 Novembre 2021
20:45 in teatro / ore 21:00 online a seguire on demand
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

La vita è fatta di gioie, dolori, la vita scorre anche contro la nostra volontà, la vita è basata su scelte che poco a poco costruiscono la nostra identità. Sullo spunto di Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estès, Elisa Mutto in Nessuno faceva caso ai suoi occhi dà corpo e interpreta gli stati d’animo, i turbamenti, le inquietudini ma anche gli slanci e la consapevolezza di sé descritti nel testo. Fra terra e cielo, dove Elisa si libra assieme al suo cerchio, va in scena la rabbia che nasce solo nei momenti più duri e bui della vita, dai quali si esce più forti. E forte è chi affronta, chi non fugge, chi mostra la propria identità, chi non si arrende. Di questi istanti, l’atto creativo si nutre e così la rabbia e il dolore diventano terreno fertile per l’arte. La creatività è vista dall’artista come la capacità di reagire a tutto quello che le avviene intorno, e di scegliere fra centinaia di possibilità e di azioni, che in lei e nei suoi movimenti trovano corpono ed espressione, grazie a una padronanza tecnica e a un’eleganza uniche.

Figlia d’arte, i genitori sono musicisti, Elisa studia fin da piccola danza classica, canto e recitazione. A 17 anni iniziagli studi presso ‘L’Accademia d’arte Circense’ di Verona, specializzandosi in tessuto aereo, verticalismo, contorsionismo e cerchio aereo. Negli anni 2012-2013 frequenta l’accademia Kataklò di Milano e nel 2013 approda al corso professionale di Cirko Vertigo, dove si diploma due anni dopo con il voto 100/100. Dal 2016 fino ad oggi lavora come insegnante di discipline aeree presso il corso professionale della Fondazione Cirko Vertigo e attualmente è attiva come acrobata e danzatrice nella compagnia blucinQue, diretta da Caterina Mochi Sismondi, negli spettacoli “Off Ballad” e “Vertigine di Giulietta”. Si è esibita negli anni in numerosi arene, festival e teatri prestigiosi fra cui il teatro Regio di Torino e ha partecipato a svariati programmi televisivi fra cui Tu sì que vales.

The Serpent of Old

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Vladimir Ježić

Vladimir Ježić, circense, danzatore e artista visivo croato, nato nel 1989 a Fiume (Croazia), si laurea in pedagogia dell’arte nel 2012 preso l’Accademia di Arti Applicate a Fiume. Si trasferisce successivamente in Italia, diplomandosi presso la Scuola professionale per artista di circo di Cirko Vertigo nel 2015, dove si specializza in trapezio fisso. Come artista, ha partecipato a numerosi spettacoli, progetti, festival, eventi e programmi televisivi. Al momento lavora come artista nel mondo dello spettacolo e come docente per la Fondazione Cirko Vertigo.

di e con Vladimir Ježić

SOLO AL FEMMINILE. MONOLOGO CIRCENSE PER DONNA SOLA

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Alessandra Simone
12 > 13 Febbraio 2022
Sabato ore 20:45 in teatro e ore 21:00 online a seguire on demand / Domenica ore 17:00
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

Come liberarsi dalla dipendenza affettiva, smettere di incontrare solo e sempre uomini sbagliati e finalmente attirare a sé l’amore autentico? L’artista Alessandra Simone racconta come lei sia riuscita a raggiungere questo obiettivo e, attraverso l’ironia, suggerisce una via per raggiungerlo che può essere valida per tutti nello spettacolo Solo al femminile – Monologo circense per donna sola, in scena presso il teatro Café Müller di Torino nell’ambito della rassegna multisciplinare Solo in Teatro sabato 12 febbraio alle ore 20:45 in teatro e alle ore 21:00 su niceplatform.eu in diretta streaming per poi passare on demand. Domenica 13 febbraio sarà in replica, sempre in teatro, alle ore 17:00.

Alessandra Simone crea e interpreta una performance di teatro-circo sul femminile, che rappresenta un’importante tappa di creazione della ricerca dell’artista su questo tema. Una riflessione autobiografica, ironica e a tratti “unpolitically correct”, come la definisce Alessandra, che attraversa gli stereotipi e i paradossi dell’emancipazione femminile della nostra epoca. A partire da testi raccolti con il supporto del progetto Safe, tra cui il Codice di Hammurrabi, l’Antico testamento, Il Manifesto di Rivolta femminileil Manifesto per l’eliminazione del maschio dalla società di Valerie Solanas, oltre che da frammenti di Schopenhauer, Nietzsche e Bukowski, l’artista avvia un lavoro di scrittura autobiografica che presenta in scena con un monologo attraversato da contaminazioni circensi. Tutor artistiche della creazione, Lidia Di Girolamo e l’attrice comica Luisella Tamietto, mentre i movimenti scenici sono curati dalla coreografa e danzatrice Daniela Paci. “Sulla scena sarò accompagnata da un pupazzo Big Jim, una frusta e una rete aerea – spiega Alessandra -. Il mio vuole essere un approccio ironico a un tema in realtà molto serio e delicato: parto da una riflessione autobiografica senza nessuna presunzione ideologica ma raccontandomi con il sorriso”.

La performance è preceduta da un’intervista con la protagonista e dalle immagini del suo dietro le quinte della residenza artistica e delle prove al Teatro Café Müller.

Alessandra Simone, è una performer ecclettica, regista e operatrice di teatro sociale. Dopo aver frequentato la scuola di teatro di Bologna Galante-Garrone e la scuola di Cirko Vertigo, si specializza in cerchio aereo alla scuola nazionale di circo di Rio de Janeiro. Dopo aver seguito il workshop di Ariane Mnouchkine a Parigi nel 2009, decide di fondare a Torino la compagnia Ellissi Parallele. Attualmente è tutor del corso professionale per artista di circo contemporaneo presso Cirko Vertigo.Alessandra Simone è una performer ecclettica, regista e operatrice di teatro sociale. Dopo aver frequentato la scuola di teatro di Bologna Galante-Garrone e l’accademia di Fondazione Cirko Vertigo, si specializza in cerchio aereo alla scuola nazionale di circo di Rio de Janeiro. Dopo aver seguito il workshop di Ariane Mnouchkine a Parigi nel 2009, decide nel 2010 di fondare a Torino la compagnia Ellissi Parallele insieme all’attrice Zahira Berrezouga. Come performer ha lavorato in spettacoli di circo tradizionale (Circo Maccheroni dei Fratelli Togni) e contemporaneo, produzioni teatrali (Teatro Minimo, Teatro della Tosse) e liriche (Teatro Regio di Torino; Ravello Festival). Dal 2015 conduce laboratori di teatro e autobiografia per l’associazione italiana Psicologi nel Mondo e per C.F.P. Spazio Psicomotorio S.R.L. Attualmente lavora come tutor presso l’accademia professionale della Fondazione Cirko Vertigo, assistendo maestri e registi di calibro nazionale ed internazionale tra cui Peter James, Eric Angelier, Marie Celine-Daubagna (Lido), Sven Demey, Carlo Roncaglia, Caterina Mochi Sismondi, Luisella Tamietto. Insieme a quest’ultima dirige i Circle 2018 e 2019 per la Federazione europea delle scuole professionali di Circo al Festival Internazionale del Circo di Auch, in Francia. Sempre per la FEDEC, ha diretto le ultime due creazioni CIRCEYE al Parlamento europeo a Strasburgo. Nel 2019 consegue il Certificat en dramaturgie circassienne organizzato da CNAC/ESAC. È la fondatrice di ACC PROJECT, un progetto sperimentale internazionale di ricerca sulla creazione circense a partire dall’autobiografia. Nel 2021 è stata selezionata per l’Odin Week Festival all’Odin Teatret a Hostelbro in Danimarca.  Alessandra Simone, è una performer ecclettica, regista e operatrice di teatro sociale. Dopo aver frequentato la scuola di teatro di Bologna Galante-Garrone e la scuola di Cirko Vertigo, si specializza in cerchio aereo alla scuola nazionale di circo di Rio de Janeiro. Dopo aver seguito il workshop di Ariane Mnouchkine a Parigi nel 2009, decide di fondare a Torino la compagnia Ellissi Parallele. Attualmente è tutor del corso professionale per artista di circo contemporaneo presso Cirko Vertigo.

Alessandra Simone, è una performer ecclettica, regista e operatrice di teatro sociale. Dopo aver frequentato la scuola di teatro di Bologna Galante-Garrone e la Scuola di Cirko Vertigo, si specializza in cerchio aereo alla scuola nazionale di circo di Rio de Janeiro. Dopo aver seguito il workshop di Ariane Mnouchkine a Parigi nel 2009, decide di fondare a Torino la compagnia Ellissi Parallele. Attualmente è tutor del corso professionale per artista di circo contemporaneo.

IL GRANDE TEATRO DELLA COMMEDIA DELL’ARTE

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Eugenio Allegri

Un viaggio all’interno della “Commedia all’Italiana”, straordinaria sintesi dell’arte popolare che sa usare anche la poesia colta. Un excursus storico drammatizzato sulle origini e sullo sviluppo del teatro comico, inframmezzato da testi, scene e pantomime.

Eugenio Allegri presenta un pregevole affresco dell’arte teatrale fatta di brani, citazioni, confidenze, descrizioni, riflessioni, dove le maschere della Commedia dell’Arte rappresentano, pur a distanza di tempo, il punto di riferimento più nitido del teatro moderno e dove la teoria della scena si consolida attraverso gli esempi della pratica. Omaggio al teatro e alla letteratura di Folengo e Ruzante, parlando di Andreini e Biancolelli e altri ancora, con parti improvvisate, lazzi in maschera e, per finire, brani dal “Mistero Buffo” di Dario Fo.

Attore, nato a Collegno, nel torinese, e diplomato alla Galante Garrone di Bologna nel 1979. Influenzato da Jacques Lecoq si dedica alla commedia dell’arte, lavorando, fra gli altri, con Vittorio Franceschi, Francesco Macedonio, Dario Fo, Gabriele Vacis, Leo Muscato. La necessità di un lavoro personale, si concretizza con quello che diventerà un grande successo: “Novecento”, di Alessandro Baricco, quindi nel 1998, fonda, a Torino, la Società Cooperativa Art Quarium. Eugenio Allegri conta alcune partecipazioni cinematografiche, diretto da registi quali Daniele Segre, Salvatore Maira, Antonello Grimaldi, Carlo Lizzani, Alessandro Siani, Marco Ponti, Giulio Base, Marco Turco oltre a numerosi incontri e collaborazioni con importanti musicisti italiani. La stagione 2019/2020 lo riporta sul palcoscenico in Nati sotto contraria stella accanto ad Ale e Franz per la regia di Leo Muscato.

Una luce nella selva oscura

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Roberto Zibetti

I settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, che ricorrono nel mese di settembre 2021, sono lo spunto per Zibetti per avviare un lavoro di riscoperta della sua Commedia in termini di racconto sonoro e cinematografico. Come il raggio del proiettore, passando attraverso i fotogrammi in movimento di una pellicola, crea sullo schermo delle immagini cinetiche, così la viva costruzione drammaturgica di Dante, “illuminata dal possente faro dell’Empireo da lui concepito – spiega l’attore – restituisce ai nostri sensi un racconto  ancora più  meraviglioso del  cammin di nostra vita, nonché dei molteplici livelli che lo compongono”. 

Il primo canto dell’Inferno è quello programmatico, in cui il poeta illustra al lettore la preziosa cornice simbolica in cui sarà incastonato il racconto del suo salvifico viaggio.

Nato negli Stati Uniti, e cresciuto a Torino. Formato artisticamente da una triade eccezionale per il teatro nostrano e internazionale (Giorgio Strehler, Luca Ronconi e Klaus Michael Grüber), debutta sul palcoscenico con “Gli ultimi giorni dell’umanità” (1990) di Luca Ronconi; in seguito lavora anche per il cinema e la televisione. Innumerevoli le serie televisive cui prende parte come attore protagonista o comprimario nel corso della sua carriera, da “Incantesimo 6” a “La Squadra”, da “Le Stagioni del Cuore” a “La Donna della Domenica”, fino ai più recenti “Rocco Schiavone”, “Non Uccidere”, “Immaturi La Serie”. Per il cinema Zibetti è tra gli interpreti principali dei film di Francesco Calogero, Klaus Maria Brandauer, Bernardo Bertolucci, Giacomo Battiato e Dario Argento. Oltre a lavorare come attore, è anche regista teatrale ed è uno dei fondatori di ‘O Zoo Nõ, una cooperativa che unisce danza e teatro.

di e con Roberto Zibetti
ambientazione sonora Raffaele Toninelli

Hamlet Puppet

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Michela Lucenti
30 Ottobre 2021
20:45 in teatro / ore 21:00 online a seguire on demand
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

Un microfono che pende e uno spaventapasseri nascosto da un cappellaccio, nelle mani due fascine. L’installazione è avvolta da una sonic sphere, un flusso continuo di suono dal quale nascono delle canzoni, che diventano dei ritornelli che si fissano nella testa dello spettatore. Sul fondo, uno schermo bianco sul quale vengono proiettati film di campi arati. Lo spaventapasseri prende vita, è un Amleto fantoccio del teatro. Da queste suggestioni prende forma “Hamlet Puppett” di Michela Lucenti, una performance che unisce musica, recitazione e danza, tre arti fuse assieme per lo stesso scopo: riflettere sull’essenza della vita e dell’arte, perché in fondo la celeberrima frase “essere o non essere” riguarda tutti noi.

Una forte tensione etica anima il lavoro di Michela Lucenti, capofila di una formazione di danzatori-attori significativamente denominato Balletto Civile. Dal suo operato artistico nascono spettacoli singolarissimi, dove danza e teatro si integrano con canto e canti popolari, cori sacri, canzoni della tradizione italiana. Michela inventa un nuovo stile di movimento narrativo, che ha fatto di questa compagnia una delle più originali oggi presenti in Italia, ricevendo diversi riconoscimenti per il proprio lavoro, tra cui il Premio ANCT 2011 e 2012, CREOLE PRIZE, Premio Internazionale Roma Danza 2011, il Premio Mydream nel 2012, il Premio Hystrio Corpo a Corpo, il Premio Danza&Danza nel 2017.