Assis

Assis

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Jérôme Thomas

Seduto su una sedia. Jérôme Thomas è stato uno dei primi giocolieri nella storia a fare il giocoliere seduto su una sedia. Come Neil Armstrong che fece il primo passo sulla Luna. Giocola, manipola, nasconde, cela, con una precisione pari al borseggiatore di Robert Bresson, i suoi oggetti preferiti. Gelatine, sacchetti di plastica, piume, campanelli, oggetti musicali. Seduto su una sedia, galleggia nell’aria, senza peso. In questo solo, Thomas si fa giocoliere di piccole così come di grandi oggetti, cesellando con i suoi gesti lo spazio e il tempo. In un costume da mago moderno o da vagabondo celeste di Jack Kerouac, fa uscire, sparire e riapparire dalle sue tasche una miriade di oggetti. Quaranta minuti di tempo sospeso, una sedia, un uomo seduto, due proiettori, gli spettatori, l’intimità condivisa, il cabaret. Come in Aspettando Godot non succede niente eppure accadono molte cose, insignificanti, significative, commoventi, futili, utili. Sospeso, sicuro, il giocoliere rimane seduto sulla sedia.

Di e con Jérôme Thomas

Accompagnamento artistico Hélène Ninérola

Musica Christian Maes
Luci  Dominique Mercier-Balaz

Assistente Valentin Lechat

Earthphonia

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Max Casacci

Il live di Earthphonia si presenta come viaggio sonoro in crescendo a partire dalle sorgenti di un fiume che sfocia nell’oceano fino alla danza di lapilli e lava sul cratere di un vulcano. È un viaggio inedito, tra i suoni della natura che si avvale delle potenti immagini di Marino Capitanio, processate in diretta dal giovane visual artist Akasha. Il live di Earthphonia vibra al punto da indurre alla danza. Lo spettacolo si ispira a Earthphonia, album musicale di Casacci realizzato senza strumenti musicali, che diventa libro anche grazie al sostegno e alla collaborazione del geologo Mario Tozzi. Le otto tracce che compongono il viaggio sonoro di Earthphonia, sono ricavate esclusivamente dai suoni della natura e dei suoi ecosistemi. In alcuni casi, i suoni sono stati registrati direttamente da Max Casacci, in altri sono state personalità del mondo scientifico e ambientalista ad offrire la materia prima sonora. Massimiliano Casacci, meglio noto come Max Casacci, è un musicista, produttore, autore di musica e testi, ingegnere del suono, e sperimentatore. Chitarrista e fondatore dei Subsonica, una delle band più importanti della musica italiana degli ultimi decenni, è attualmente è attivo in altri 3 progetti. Max Casacci si occupa di trasformare la materia in musica, partendo da rumori e ambienti sonori, con o senza utilizzo di strumenti musicali. Insieme ai Deproducers (i produttori ​Gianni Maroccolo, Riccardo Sinigallia e ​Vittorio Cosma​) si occupa di trasporre in musica la Scienza. Con ​Ninja​, batterista dei Subsonica dà vita a ​Demonology Hi-Fi, un progetto rivolto al dance-floor, che ha come elementi centrali la purificazione dei peccati, il divertimento e le basse frequenze.

Di e con Max Casacci

Genere Musica

I WISH I…

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Alessandra Corti

Per Solo in Teatro al Café Müller di Torino Alessandra Corti rincontra il suo solo I wish I… creato nel 2010 all’interno di un progetto reso possibile dal Teatro statale di Oldenburg, Germania. Da allora il lavoro è stato ripreso e riadattato diverse volte, fino all’ultima versione del 2020, dove è stato presentato in formato “one on one”, un danzatore e un membro del pubblico, presso il Teatro statale di Mainz, Germania. Riguardare sé stessa oggi attraverso un solo creato 12 anni fa: non sarà una semplice ripresa ma l’occasione per fare un nuovo punto della situazione. Il solo nacque dal desiderio di guardarsi dentro, attorno e indietro. Osservare le tracce che la vita ha lasciato sulla pelle e sotto la pelle. Comunicare attraverso memorie, gesti e parole che l’interprete ha raccolto nella propria esperienza di donna, artista e madre. La femminilità, così come la maternità, non sono viste come un tema ma come identità. Un lavoro astratto e sensibile, dove la forza è ricavata dalla fragilità.

La performance è preceduta da un’intervista con la protagonista e dalle immagini del suo dietro le quinte della residenza artistica e delle prove al Teatro Café Müller.

Prima nazionale

Di e con Alessandra Corti
Durata 60 minuti
Genere Teatro

SYSTEM

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Der Zoologe von Berlin

Uno spettacolo musicale di poesia elettro-visuale. Der Zoologe von Berlin, emanazione del collettivo artistico Barbarins Fourchus di Grenoble, definisce così lo spettacolo System, in prima nazionale al Teatro Café Müller di Torino il 19 febbraio alle ore 21.00. Dopo Harakiri, why Madama Butterfly?, il collettivo torna a Torino con un progetto di ricerca che fonde la musica – attraversando l’elettronica, il dub e l’hip hop – la videoarte, la recitazione e, in questa nuova forma, anche l’arte circense, grazie alla collaborazione con l’artista portoghese Alexandre Duarte. Lo spettacolo, co-prodotto da Associazione blucinQue, rientra nella stagione teatrale 2022 di Teatro Café Müller.

“Vogliamo creare un’atmosfera sonora e visiva vicina al mondo notturno dei club. Per questo prendiamo elementi in prestito dal cinema, dal teatro, dal circo e dalle fiere di paese, con le sue creature strane e i suoi animali – spiegano gli artisti -. Seguiremo la trama creata dai brani musicali ma il flusso del concerto classico sarà alterato dall’interazione di tutti gli elementi presenti, dall’attraversamento degli spazi, dalle interruzioni musicali, dalla convivenza di suoni elettronici e strumentali. Il pubblico potrà stare in piedi e ballare di fronte al palco o stare seduto immerso nelle immagini mentali e visive proposte”. Il collettivo Der Zoologe von Berlin è formato da Sergio Zamparo – composizione, flauto e tastiere, Ivano Larocca – basso elettrico, Pascal Billot – chitarra e sound design, dall’attrice Isabel Oed, da Julien Huraux – creazione video e luci e, in qualità di ospite speciale del progetto, l’artista circense Alexandre Duarte

Prima nazionale

di Der Zoologe von Berlin
Sergio Zamparo composizione, flauto e tastiere | Isabel Oed attrice| Ivano Larocca basso e contrabbasso | Julien Huraux creazione video e luci | Pascal Billot suono e chitarra| Artisti di Fondazione Cirko Vertigo
Produzione Barbarins Fourchus e Fondazione Cirko Vertigo
Durata 70 minuti
Genere Musica | Teatro| Video | Circo

BlinDate

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Sandhya Nagaraja

Dal corpo. Il ritmo del respiro diventa sonoro e si fa canto, diventa movimento e si fa danza. Danza e canto si compenetrano per dare vita al personaggio, al ricordo, all’emozione, per evocare immagini e mondi, attraversando le barriere dello spazio e del tempo grazie al teatro, luogo-non luogo magico per eccellenza, per cogliere ciò che è insito nell’uomo eppure lo trascende.    

Sandhya Nagaraja, ballerina, coreografa e cantante di origini italo-indiane, ha cominciato il suo percorso professionale a Milano, proseguendo il suo perfezionamento a Londra. Si è formata nella tecnica classica e a seguire in quella moderna e contemporanea e poi modern jazz con David Parsons a New York. Si è diplomata all’atélier di Teatro-Danza dell’Accademia D’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, dove ha iniziato a creare le sue coreografie e ha cominciato anche i suoi studi sulla voce. Come danzatrice ha collaborato con vari registi fra cui Damiano Michieletto, Maurizio Nichetti, Giorgio Gallione, Francesco Micheli, Leo Muscato, Michal Znaniecky, oltre che con numerosi musicisti e artisti visivi. Canta stabilmente nel trio vocale Les Triplettes col gruppo musicale anni ’30-’50 Le PetitOrchestre, con cui ha anche inciso due dischi, come solista del Magpie Swing Quartet, e con l’ensemble polifonico di musica antica/contemporanea DeLiCanti. Ha partecipato a vari festival nazionali e internazionali, quali la Biennale dei giovani artisti a Sarajevo, l’Internationale Orgel Konzerte Konstanz, il MittelFest, il festival di Monteverdi a Cremona e la Biennale Danza a Venezia.

MIA MARTINI, UNA VITA

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Erika Urban
22 Gennaio 2022
20:45 in teatro / ore 21:00 online a seguire on demand
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

La grandezza, l’unicità e la storia incredibile di Mia Martini segnano la ripartenza nel 2022 della rassegna multisciplinare Solo in Teatro. Collaborando con Fred Santambrogio alla regia e partendo dal libro Mi Chiamo di Aldo Nove, Erika Urban intende attualizzare la vita di Mia Martini, esempio raro, se non unico, di come l’ignoranza e l’invidia possano distruggere non solo la carriera di una persona, ma la persona stessa. Lo spettacolo sarà il racconto di quella storia e altre della sua vita, dei suoi sogni infantili, memoria di una grandissima vitalità che è andata estinguendosi, con lo spegnersi poco a poco di una vita gigantesca.  

Erika Urban, veneziana d’origine, vive a Milano da circa dieci anni. Laureata in Scienze Politiche, nel 1991 si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Torino, con la direzione di Luca Ronconi. In teatro lavorata sotto la direzione di Ronconi stesso, Marco Baliani, Antonio Calenda, Giorgio Barberio Corsetti, Beppe Navello, Giorgio Gallione, Gabriele Lavia, Valter Malosti, Pierpaolo Sepe, Marco Carniti e Fred Santambrogio. Dal 2018 ad oggi collabora stabilmente negli spettacoli di prosa e musical con la compagnia di opera contemporanea OP.64 diretta dal regista Fred Santambrogio e la direttrice d’orchestra Pilar Bravo. Dal 2013 è protagonista dello spettacolo teatrale Ultima notte Mia. Mia Martini. Una vita scritto da Aldo Nove per la regia di Michele De vita Conti. È la voce di vari audiolibri prodotti da Storytel e Audible. Nel cinema ha lavorato con registi come Marco Bellocchio, Lucio Pellegrini, Marina Spada e Peter Geenaway; in televisione con Marco Turco, Riccardo Donna e Stefano Sollima. Nel 2001 vince il premio come miglior attrice al festival di Pisticci per il cortometraggio La colazione di Elena la Ferla. 

EQUIVOCO

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Sergio Antonino
13 Novembre 2021
20:45 in teatro / ore 21:00 online a seguire on demand
Solo in teatro
Teatro Café Müller
Torino
via Paolo Sacchi 18/d

Se davvero l’arte, in quanto libertà pura, come dice Kant, “è inutile, non serve a niente e per questo ci libererà”, una performance destinata a un non pubblico, in uno spazio svuotato del suo contenuto umano voyeuristico e giudicante, potrebbe diventare per l’artista il luogo ideale per una creazione finalmente libera. È questa una grande opportunità per i creativi, il teatro e i suoi fruitori, che questo periodo post pandemia offre a chi vuole cogliere la reale urgenza e necessità del fare arte incondizionatamente. “Equivoco”, l’assolo creato dal danzatore e coreografo Sergio Antonino per la stagione “Solo in teatro”, esamina la relazione tra un artista ed il pubblico assente, percepito forse per questo ancora più intensamente, e indaga sul dialogo con questo partner ideale, destinatario ultimo del suo agire. Abolita la dicotomia tra osservante ed esecutore, il teatro diventa il luogo per una metafisica comunione senza tempo tra sensibilità differenti.

Sergio Antonino nasce a San Severo in Puglia nel 1974. Laureato in Storia dell’arte all’Università di Roma La Sapienza, nel 2001 si diploma all’Accademia d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano con specializzazione in coreografia. Dal 2002 dirige, assieme al coreografo israeliano Avi Kaiser, la compagnia Kaiser-Antonino Dance Ensemble e l’atelier di ricerca coreografica The Roof TanzRaum nella città di Duisburg in Germania, dove ottiene la residenza artistica permanente. Numerosi gli inviti come docente e creatore in diverse istituzioni ed accademie universitarie, le coproduzioni internazionali, le partecipazioni in festival d’Europa, Canada, Stati Uniti e Medioriente. Nel 2012 fonda, assieme a Kaiser, il Festival DuisTanz e dal 2016 è membro della Associazione dei coreografi Israelani a Tel Aviv.

POLIMNIA

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Bea Zanin

Polimnia, una delle Muse figlie di Zeus e di Mnemòsine, Dea della Memoria, è la musa degli inni sacri e delle danze rituali. La memoria è essenziale per l’arte, per la formazione dell’identità attraverso il tempo. Si può individuare un’affinità strutturale tra gli inni sacri del passato e la musica elettronica dance: il loro procedere ossessivo e “mantrico” suggerisce un parallelismo tra le danze rituali e la dancefloor.

Lo show di Bea Zanin è un’operazione archeologica-creativa, che porta alla luce nuovi mondi espressivi. Tutto ciò avviene attraverso l’uso di campioni di brani facenti della memoria musicale collettiva e personale, manipolati elettronicamente per essere trasformati e portati a un nuovo status espressivo. La presenza del violoncello suonato dal vivo agisce come ulteriore richiamo all’antica sacralità, che si rinnova nel presente nella sua unione con la musica elettronica, ma che al contempo si proietta nel futuro, rappresentato visivamente dall’altare/consolle di Polimnia. Passato, presente e futuro si incontrano e si intrecciano sul palcoscenico, sia musicalmente che spazialmente, fino alla creazione di un vero e proprio dj set.

Dal violoncello classico, ai palchi del rock, alla musica elettronica. Bea comincia la sua formazione musicale con lo studio classico del violoncello. Successivamente, attratta dai suoni grezzi dell’underground torinese, associa l’electro-pop a strumenti inusuali mutuati dall’industrial. Collabora, soprattutto come violoncellista pop/post-rock, con vari artisti tra cui Daniele Celona, Luca Morino (Mau Mau), Spaccamonti, Bianco, Jack Jaselli. Affianca all’attività di musicista quella di compositrice di colonne sonore. Nel 2014 pubblica online il suo primo lavoro solista autoprodotto, con sonorità che spaziano dall’electro-pop alla musica classica, che le porta una segnalazione su Rolling Stone di marzo 2016 e una intervista su Rumore a maggio 2016. Nel febbraio 2018 presenta al Seeyousound festival il video del suo brano “Ho Nostalgia”, con la regia di Luca Morino.

SARANNO FAMOSE?

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Luisella Tamietto

Attrice e insegnante di recitazione, Luisella si è diplomata presso la scuola di teatro di movimento Philippe Gaulier a Parigi nel 1987. In Teatro si è esibita in centinaia di repliche al fianco di Milena Vukotic e Athina Cenci, per il cinema diretta da Marco Ferreri, Guido Chiesa e Gianni Amerio. Fondatrice del gruppo di teatro comico Le Sorelle Suburbe, con cui per vent’anni si è esibita con vari titoli, affiancando anche Piero Chiambretti, Bruno Gambarotta e personaggi di grande caratura sui palcoscenici teatrali e televisivi più prestigiosi. Lo spettacolo “Il Peggio del Meglio delle Sorelle Suburbe” ha divertito il pubblico tedesco, rumeno, danese, grazie ad una lunga tournée europea. Sempre in qualità di attrice comica ha lavorato nelle trasmissioni Markette e Chiambretti Night con Piero Chiambretti su La7 e Canale5 e in numerose produzioni teatrali e televisive. Attualmente insegna teatro e dirige le messe in scena di numerosi spettacoli di circo contemporaneo per la Fondazione Cirko Vertigo.

IL CAVALIERE INESISTENTE

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Jacob Olesen

Quella del Cavaliere inesistente è una storia curiosa. Siamo nel Medioevo, nell’esercito di Carlo Magno c’è il cavaliere più scrupoloso e pignolo di tutti. È un uomo dentro la sua armatura perfetta, ma quando alza la celata dentro non c’è niente, è un’armatura vuota, “inesistente”, ma è un Cavaliere perfetto. Agilulfo Bertrandino dei Guildiverni è razionale e perfezionista per sopperire alla sua mancanza maggiore: non esiste. La storia del cavaliere è quella di chi vorrebbe essere preso in considerazione proclamando la propria volontà di vivere e di compiere imprese valore per cui valga la pensa essere vissuti. Tutto è risolto in un unico atto, da un unico attore che letteralmente si tra-veste in tutti i personaggi: tra armature vere e false, clangori di scena, musiche e canti. Le capacità attoriali e di narrazione di Jacob Olesen danno vita a 40 personaggi e alle loro storie. Guerre, battaglie, intrighi e vendette si intrecciano come nel libro surreale di Italo Calvino. Sulla scena, grazie a Jacob, suspense, gioco e divertissement sono assicurati: un trompe-l’oeil letterario tutto da scoprire e assaporare, per un pubblico da 6 a 99 anni.

Jacob Olesen è un attore presente sulle scene italiane ed estere da oltre 30 anni, con la compagnia Donati-Olesen. La sua lunga e ricca carriera artistica affonda le radici in Svezia, suo paese di origine, dove frequenta nel 1978-79 la Clownskolan di Stockholm e prosegue a Parigi, dove nel 1979-81 si forma all’Ècole Jacques Lecoq. A Roma, dove abita da 23 anni, consegue il diploma di insegnante del Metodo Feldenkrais nel 2002. L’abilità di parlare sei lingue, ovvero italiano, inglese, tedesco, danese e svedese, gli ha reso possibile recitare in tutta Europa, in Nord Africa, Sud America, Asia, oltre che in numerosi film e cortometraggi. In teatro ha presentato molti spettacoli di successo in cui, oltre che attore protagonista o coprotagonista, è stato anche autore e regista.