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blucinQue © 2019

  • Off Ballad

    Studio di creazione sul lato “stimolante” del conflitto

    Off Ballad è un lavoro coreografico, per la regia di Caterina Mochi Sismondi, che indaga gli universi mitici di Pòlemos e Ares (conflitto e guerra). La creazione intende spingere l’immaginazione nel recesso meno luminoso e più inquietante dell’anima, e cioè in quella parte di noi capace di provare ciò che James Hillman definisce il “terribile amore per la guerra”. Nel tentativo di comprenderlo, il mito ci interroga: come possiamo parlare in modo sensato di pace se non comprendiamo questa umana, intrinseca, ineludibile inclinazione?

    Sette giovani in uno spazio vuoto, che sembra essere un rifugio al riparo da un conflitto che si consuma fuori, come sospesi in bilico tra due mondi, dentro e fuori lo spazio che li contiene, si osservano, si riconoscono, cercandosi si amano e si odiano, smarriti, disorientati, ciascuno con la sua arte, la sua ossessione, le sue idee e pulsioni. La convivenza genera contrapposizioni e scontri, ma anche alleanze e sintonie. Separati dal proprio sogno personale e da molte illusioni, ciascuno nell’altro si specchia, si rifrange, cerca senso e speranza di risolvere il dilemma tra restare o fuggire. Sperimentano il loro difetto di immaginazione, la forza di attrazione della violenza, la perdita di sé, si avventurano nella terra di nessuno che è il confronto con l’altro.

    L’opera, che vede la partecipazione di sette performer (artisti circensi, danzatori, attori, musicisti) combina teatro danza, circo contemporaneo e musica dal vivo. In continuità con le esperienze precedenti della compagnia, lo spettacolo si configura come seconda tappa di un work in progress, scandito dalle residenze in Italia e all’estero, in cui, alla traccia drammaturgica originaria si innestano elementi espressivi che nascono tanto dal confronto con stili e modelli delle realtà artistiche ospitanti, quanto da quello con la varietà del pubblico delle presentazioni. La sua realizzazione vede la collaborazione dell’Associazione Pequenas Huellas e dell’Associazione Viartisti Teatro.

    Il progetto prenderà parte alla marcia della Pace di Madrid nell’ottobre 2019.

    regia e coreografia Caterina Mochi Sismondi
    con Esa Abrate, Alexandre Duarte, Beatrice Farfalli, Antonio Fazio, Selvaggia Mezzapesa, Elisa Mutto, Jonnathan Rodrìguez Angel
    luci e fonica Massimo Vesco
    rigging Riccardo Padovan

    una produzione di Associazione Qanat Arte e Spettacolo
    in coproduzione con Fondazione Cirko Vertigo e blucinQue
    un progetto realizzato con la collaborazione di Associazione Viartisti Teatro e Associazione Pequeñas Huellas
    collaboratori esteri FEDEC (European Federation of Professionnal Circus Schools), Bruxelles; Association Espace Catastrophe, Bruxelles (BE); CRAC-Centre Regional des Arts du Cirque, Lomme-Lille (FR); La Nave Del Espacio, Cadice (ES); Association Arc en Cirque, Chambery (FR)

    Off Ballad è l’unico vincitore in Piemonte del bando Boarding Pass Plus, finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali

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    • Caterina Mochi Sismondi - blucinQue - OFF BALLAD - ph Andrea Macchia
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  • Look/Osservatorio

    Trilogia del limite

    Look / Osservatorio è la seconda sezione di una Trilogia di tre soli, in cui Caterina Mochi Sismondi, regista e coreografa, e la compagnia blucinQue esplorano tre declinazioni del concetto di limite: spaziale, fisico, identitario.Tre interpreti, scelti in base alla loro storia, in tre quadri, incarnano dimensioni diverse dell’essere umano che si integrano per raccontare la sua natura più profonda: quella, appunto, del limite. Dopo Bird/Osservatorio (presentato al Festival delle Colline Torinesi, all’Ateliersi di Bologna, all’Espace Catastrophe di Bruxelles e alla Salle Noire di Grenoble), in cui l’attenzione era focalizzata sulla relazione con lo spazio e sull’idea della gabbia come metafora di chiusura spaziale e mentale, Look/Osservatorio, realizzato con il performer Lukas Vaca Medina, è studio incentrato sul concetto di limite fisico del corpo.
    Collocato in un ambiente sospeso e onirico, il corpo del performer della trilogia è il luogo di dialogo e fusione di danza e di techiche circensi. Con la trilogia il lavoro di ricerca della compagnia verte sul movimento di un corpo in mutamento e in disequilibrio: il corpo è spiazzato, fuori asse, fuori tempo, fuori dalla propria identità, e trova nell’attrezzo circense un confine e insieme una liberazione, un’opportunità di espressione, una risorsa e non un fine.
    La messa in scena è concepita come installazione immersiva visiva e sonora: il pubblico diviene testimone di un processo in cui il suono e la musica, creati dal vivo, si fondono col movimento coreografico, con le luci e con la parola in un dialogo reciproco in cui ogni elemento è soggetto agente e contribusce a suggerire un diverso punto di vista. I testi sono scritti insieme ai performer, sono parte del loro sentire, o possono essere rielaborazioni di scritti già esistenti.

    Che cosa rappresenta un limite fisico? Come raccontarlo? Come può questo racconto “particolare” diventare universale? Queste sono le domande che costruiscono questo lavoro. Il limite fisico è ciò con cui convive tutti i giorni chi ha subito una forma di menomazione, ma la riflessione sul corpo come “barriera” può coinvolgere chiunque. Parlare del corpo è parlare del primo strumento di conoscenza del mondo e di relazione con gli altri che ogni uomo utilizza nel suo essere animale sociale. Il lavoro non vuole essere la restituzione di un’esperienza di vita ma ha l’obiettivo artistico di condensare e universalizzare il concetto negazione di libertà di movimento: il protagonista non è una vittima ma assume l’onere del proprio ostacolo, come un samurai che sfida i propri limiti ed è pronto a lottare per superarli. Come per Bird, il processo di creazione di Look si serve degli attrezzi circensi (clave, frusta e trampoli) in chiave simbolica. La scelta degli attrezzi non è casuale così come la scelta degli artisti: l’interprete di Bird è un artista aereo, nel primo solo il filo teso e il trapezio emergevano sulla scena come distillato dell’idea di gabbia (trespolo e altalena, svago e appiglio di un volo mancato). Gli attrezzi di Luk qui diventano estensioni e sostegni del corpo, ora come impedimenti e limitazioni, ora come strumento di relazione e comunicazione verso l’esterno, ora principio di liberazione, di auto potenziamento, di trasformazione. In particolare lo studio si concentra qui sulla trasfigurazione dell’oggetto scenico nella sua relazione col corpo e la danza, sulla sua trasformazione, diventando ora una parte di esso, un appoggio, un prolungamento, una protesi, ora un’immagine stilizzata (degli arti, delle ossa..). Sul piano del linguaggio, ci interessa l’esplorazione di come dalla coesistenza di discipline e arti differenti possano scaturire differenti punti di vista possibili, possano generarsi voci differenti: così sulla scena, col movimento e la parola del performer dialogano il violoncello di Bea Zanin e la produzione sonora dal vivo di Federico Dal Pozzo, le cui “voci” contribuiscono a comporre la struttura drammaturgica, come controcanto o coro dei pensieri e del vissuto di Look. In continuità con la scelta stilistica di Bird, lo spazio scenico si configura come installazione in cui un’altra voce è rappresentata dalla luce: essa allarga o restringe il punto di vista, segmenta lo spazio e il corpo, focalizza sul dettaglio o riflette e moltiplica i suoi movimenti o le sue limitazioni, mediante l’utilizzo di specchi e di fasci luminosi.

    regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi
    con Lukas Vaca Medina
    violoncello Bea Zanin
    light design Massimo Vesco

    una coproduzione blucinQue e Fondazione Cirko Vertigo

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  • BIRD / osservatorio

    Trilogia del limite

    “Sentire tutto in tutte le maniere,
    vivere tutto da tutte le parti,
    essere la stessa cosa in tutti i modi possibili allo stesso tempo, realizzare in sé tutta l’umanità di tutti i momenti,
    in un solo momento diffuso, profuso, completo e distante.
    “
    Fernando Pessoa

    Bird/Osservatorio è installazione musicale e spettacolo in divenire, un processo di creazione che si basa su tappe performative chiamate “Osservatorio”. Lo spettatore è invitato a creare una relazione con la scena attraverso una proposta di punti di vista e percezioni che si fonde con quella derivante dal proprio punto di osservazione: l’occhio di una telecamera, la luce, il suono generato da un rumorista live sono gli strumenti di attuazione di questa sovrapposizione percettiva. Sul palcoscenico luce, suono e movimento diventano una sola cosa. Da essa l’attrezzo circense emerge come distillato dell’idea di gabbia: il trespolo è filo teso, l’altalena è trapezio (svago e appiglio di un volo mancato), il danzatore-acrobata genera movimento e suono in accordo con una voce in scena che ne narra sogni e pensieri. Bird entra in relazione con gli elementi di terra, acqua, fuoco e aria, che prendono forma delineandosi sulle improvvisazioni sonore di Federico Dal Pozzo, intervallate dalle note di Sibelius, Prokofiev e Cage, da frammenti di testo, dal canto dello stesso performer su passi di poesia. Impossibilità a volare e negazione di libertà sono i concetti che sostanziano questo lavoro, e il limite spaziale ne rappresenta la restituzione fisica: Bird è, nella sua essenza, un Uomo. Bird/Osservatorio, già presentato in Italia e all’estero, è la prima sezione di una “Trilogia del Limite”, progetto di tre soli, sui quali Caterina Mochi Sismondi e la compagnia blucinQue stanno lavorando in un percorso di esplorazione e di studio che coinvolgerà anche il concetto di limite fisico, con Lukas Vaka Medina, e quello di identità, con Ruairi Mooney Cumiskey.
    In tale processo sarà ulteriormente sviluppata la poetica basata su di un “Osservatorio” continuo, nutrito dai suoni di Federico Dal Pozzo, dalla voce di Erika Sofia Sollo e dalle scenografie video/luminose curate insieme a Massimo Vesco e Davide Bertorello.

    Il progetto è stato in anteprima al Festival delle Colline Torinesi, in residenza all’Ateliersi di Bologna, alla Salle Noir di Grenoble e all’Espace Catastrophe di Bruxelles.

    Dedicato a Mochi, mio padre

    di Caterina Mochi Sismondi
    regia, scrittura coreografica e musicale Caterina Mochi Sismondi

    con Jonnathan Angel Rodríguez
    music live e suono Federico Dal Pozzo
    voce Erika Sofia Sollo
    collaborazione alla creazione del movimento delle tecniche di circo Jonnathan Angel Rodríguez
    luci Max Vesco
    rigger e riprese video Davide Bertorello
    con la partecipazione di Maria Rosa Mondiglio
    frammenti testuali W. Szymborska / MarySol Abat
    frammenti musicali J. Sibelius e J. Cage

    coproduzione blucinQue / Associazione Qanat e Fondazione Cirko Vertigo

    Durata 55’

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  • Xstream

    “L’avanguardia
    è la flessibilità
    della mente
    ”
    John Cage

    Xstream è un lavoro che coniuga danza acrobatica e tecniche circensi: nel perimetro di queste discipline il corpo si manifesta come entità in continuo spiazzamento, in bilico tra l’estremo disequilibrio e il flusso permanente, sostenuto dal battere di una composizione musicale dal vivo e creata dall’interno, che collabora come vero e proprio soggetto agente in scena.
    Cinque performer si muovono in uno spazio vuoto, offrendosi alla percezione come costantemente fuori dal loro asse e sospesi tra sogno e realtà, in un vortice inarrestabile di stimoli, parole, musica e movimento.
    La cadenza è veloce, il ritmo incalza, un attimo di pausa aiuta il respiro, ma: uno, due, tre… si ricomincia di nuovo! Xstream racconta il desiderio di spingersi oltre il limite, rimanendo aggrappati alla corrente incessante del tempo e del moto. Il concetto di estremo è connaturato a quello di acrobata (ἀκροβάτης), la cui etimologia greca consente all’artista di investigare nello stesso tempo altezza, estremità e movimento. Il corpo dell’acrobata di Xstream cammina così sulle sue estremità, mani e piedi, ma anche sulle punte, e procede verso l’alto, come anche in equilibrio sul cavo d’acciaio, e ancora su un palo che indica una direzione. Il corpo di Xstream racconta l’esperienza di mutare le altezze costantemente, e così, in sogno o per incanto, di cambiare il punto di vista.

    Xstream è stato selezionato dalla Tohu di Montreal per la piattaforma “Montréal complètement Cirque” e presentato ad Asti Teatro e al Kilowatt Festival 2017.

    Regia e coreografia Caterina Mochi Sismondi
    Con Jonnathan Rodriguez Angel, Pepe Chocomeli, Federico Ceragioli, Lukas Vaca Medina, Ruairi Mooney Cumiske
    Luci Massimo Vesco
    Musiche Monica Olivieri e RedRua O’Cumiscáigh – Brani musicali di Agf (Cognitive Module Party II), Rrose (Pentagons), Boys Noize & Pilo (Cerebral)
    Produzione Associazione Qanat in coproduzione con blucinQue e Fondazione Cirko Vertigo

    Durata 55′

    • XSTREAM blucinQue
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  • VERTIGINE DI GIULIETTA

    Dopo le presentazioni degli studi Relation#1, Relation#2 e Il Volo di Giulietta, come tre tappe di indagine sul concetto di relazione,Vertigine di Giulietta rappresenta trait d’union del percorso realizzato fino ad oggi e che ha portato alla realizzazione dello spettacolo.

    La performance è volo, perdita di equilibrio, continua oscillazione, tensione e spiazzamento amoroso, una costante ricerca del movimento tra teatrodanza e discipline circensi. Nella “vertigine amorosa” trovano spazio 4 cerchi aerei, una roue cyr insieme agli strumenti musicali, uno specchio e delle sedie: scenografia onirica e sonora, insieme alla danza e all’uso della voce, che riportano segmenti del testo di Shakespeare in una scrittura ritmica che alterna parti di Prokofiev a musiche live con batteria ed elettronica, eseguite da Patrizia Oliva e Stefano Giust, musicisti in scena insieme alle due attrici e ai sei performer, danzatori e circensi, coinvolti tutti nella composizione fisica e musicale.

    Il lavoro è stato presentato e in residenza con tappe presso, Lavanderia a Vapore di Collegno, La Corte Ospitale di Rubiera, il Centre Regional des Arts du Cirque de Lomme in Francia, a febbraio sarà al Café Müller di Torino per un’ultima sessione prima del debutto del 2018.

    Regia e coreografia Caterina Mochi Sismondi
    Con Rio Ballerani, Elisa Mutto, Jonnathan Rodriguez Angel, Lukas Vaca Medina, Camilo Jimenez, Andrea Paola Martinez, Francesca Netto e Marta Isabella Rizi
    musiche live di Patrizia Oliva e Giust Stefano

    Durata 60’

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    • VERTIGINE DI GIULIETTA / compagnia blucinQue
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    • VERTIGINE DI GIULIETTA / compagnia blucinQue
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    • VERTIGINE DI GIULIETTA / compagnia blucinQue
    • VERTIGINE DI GIULIETTA / compagnia blucinQue
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  • Frames

    In bianco e nero.

    In silenzio.

    Una luce porta al percorso che rivela quadri, immagini che si mostrano e muovono. Sotto gli occhi del pubblico anch’esso coinvolto, nasce il montaggio, quasi cinematografico, di una sequenza di personaggi, tra cinema muto e teatrodanza: dentro e fuori scena, luce e buio, con il desiderio di creare una “vertigine del silenzio”, un senso di spiazzamento beckettiano e ritmo condiviso.

    La compagnia blucinQue ha proseguito il proprio percorso di ricerca su vertigine e disequilibrio, cogliendo l’occasione della tematica di Rassegnainsilenzio 2014 come spunto di studio e composizione presso lo Chalet Allemand di Grugliasco.

    Frames, il ritmo del silenzio, è una riedizione 2017, aggiornata e progredita, del lavoro presentato alla prima edizione sperimentale di Rassegnainsilenzio e portata alla lavanderia a Vapore di Collegno.

    regia e coreografia Caterina Mochi Sismondi
    produzione Fondazione Circo Vertigo
    in coproduzione con compagnia blucinQue
    durata 45 minuti

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  • We273’’

    4’33” è il titolo dell’opera più conosciuta di Cage, che ha portato ad una riflessione sul lavoro di composizione di blucinQue tradotto nel titolo WE273”, come punto di partenza per questa creazione.
    Uno spunto.
    Forse un omaggio. Sicuramente un’idea di studio per questo lavoro che parte dalle prime presentazioni con il titolo Time. Il suono e la sua relazione con lo spazio, con la voce, con il corpo. L’attrezzo circense come strumento musicale, che vibra e risuona.
    Il ritmo che scaturisce dallo spazio e dalle parole, e da un corpo sempre in disequilibrio, un corpo sonoro, poetico, che si muove nel tentativo di accordarsi per creare percorsi, forse sogni.

    Noi e il silenzio, noi e la relazione col suono e l’ambiente circostante. Una sorta di perdita di coscienza momentanea e di indagine sullo spiazzamento e la relazione. Tutto è silenzio, un silenzio che si muove e risuona e porta alla composizione musicale e alla scoperta sulla scena. Prendono vita i personaggi attraverso un tempo scandito, preciso, creano un ritmo, si interrompono, presentano frammenti della loro personalità, danzano le loro storie scandite al battere del silenzio.

    4’33” est le titre de l’œuvre la plus connue du musicien John Cage qui a porté la compa- gnie blucinQue à une ré exion sur le travail de composition, traduite ensuite en We 273”. Dan- se-théâtre, cirque et musique live se mêlent et interrogent le son et sa relation avec l’espace, la voix et le corps. Les personnages prennent vie à travers un temps précis, ils créent un rythme, s’interrompent, présentent des fragments de leur personnalité, ils dansent leurs histoires, caden- cées par le silence.

    di Caterina Mochi Sismondi
    con Giulia Lazzarino, Jonnathan Rodriguez Angel, Kevin Lukas Vaca Medina, Andrea Cerrato, Raffaele Riggio
    sound design Albert Fratini violoncello Luisa Franchin
    produzione blucinQue, Qanat Arte Spettacolo
    con il sostegno di Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
    residenza La Cascade Pôle National des Arts du Cirque Ardèche-Rhône-Alpes

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    • Time / studio per We 273″
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    • Time / studio per We 273″
  • VertigoSuite#

    Concerto per corpo, attrezzo e voce

    In Vertigo Suite# un violino, un violoncello, danzatori e circensi per una nuova ricerca della compagnia di teatrodanza di Caterina Mochi Sismondi che sta lavorando ad un progetto di fusione col circo contemporaneo, già presentato come Studio sulla Vertigine, focalizzando a più riprese performative il dialogo tra danza e circo, musica ed elettronica e con l’idea di andare a fondo con le tematiche di “spiazzamento” care alla compagnia già dai primi lavori.

    La composizione sonora avviene in scena, musicisti e attori si uniscono in una dinamica che li fa risuonare nello spazio. Danzatori e attrezzi circensi si fondono attraverso un movimento vorticoso, portato anche dalla voce che con suggestioni poetiche lascia in ciascun quadro un’idea di vertigine.

    Da sempre la compagnia lavora con musicisti dal vivo e compositori che seguono il percorso drammaturgico e coreografico dall’interno, dando un senso al lavoro di composizione, campionando brani noti e musica ambientale, testo e composizioni originali. La vertigine, movimento vorticoso di rotazione, giro, vortice, smarrimento, perdita di equilibrio, fisico e sentimentale. L’idea del sentirsi fuori luogo, in continuo spostamento e disequilibrio. Musicisti e performer, in un percorso a tappe, portano ad una riflessione sulla costante condizione di spostamento e cambiamento.

    regia e coreografia
    Caterina Mochi Sismondi

    con Giulia Lazzarino, Andrea Cerrato, Jonathan Rodriguez Angel, Lukas Vaca Medina, Carlotta Risitano, Raffaele Riggio, Mattia Mele, Samanta Fois, Maria Rosa Mondiglio

    sound design Albert Fratini
    archi Helga Ovale, Luisa Franchin, Maria Pia Oliviero
    lavoro vocale Patrizia Oliva

    produzione blucinQue/Qanat Arte e Spettacolo, realizzato con il supporto della Fondazione Live Piemonte dal Vivo

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  • Dép Dix

    Dép Dix è un’indagine sulle tematiche dello “spiazzamento”, del “sentirsi fuori luogo”, inteso anche come fuori dal corpo, fuori dalla propria identità, in continuo mutamento, spostamento e disequilibrio.

    Essere spiazzati, in bilico, fuori asse, il corpo spezzato, imbarazzato, fuori tempo. Immagini che delineano un percorso di ricerca su movimento, voce e messa in scena e un lavoro sul testo, musicato dal vivo, contraffatto, reso partitura musicale, ritmo, poesia.

    Nell’evolversi della creazione, la costruzione dello spettacolo ha cominciato a svilupparsi in più tappe di sperimentazione, anche performative, presentate in forma di studio con il titolo Déplacé. Il déplacé é diventato così il nome stesso del processo, di cui Dép-Dix é il più recente risultato.

    di Caterina Mochi Sismondi
    con Elena Cavallo, Maria Rosa Mondiglio, Isabella Filippini, Michela Cotterchio, Davide Tomat, Caterina Mochi Sismondi
    regia di Caterina Mochi Sismondi
    in collaborazione con Superbudda

    • Dep Dix / blucinQue
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  • Solo Due

    Movimento di rotazione, cambiamento, giro, vortice, piroetta, cambiamento, capogiro, smarrimento, perdita di equilibrio, distorsione della percezione sensoriale… La vertigine come tema di spiazzamento, come idea di relazione tra stare e non stare, come distanza tra due punti, l’essere e il non essere, la perdita dei sensi (e di senso…), turbamento della sensibilità spaziale con sensazione di spostamento dell’ambiente o del corpo, come perdita momentanea dell’equilibrio psichico e sentimentale… tematiche su cui la compagnia blucinQue indaga e che delineano un percorso di ricerca su movimento, voce e messa in scena e un lavoro sulla voce e il testo musicati dal vivo, resi partitura sonorae ritmo.

    SoloDue nasce come una prima tappa di indagine dal laboratorio Studio sulla Vertigine tenuto quest’anno presso Cirko Vertigo e Superbudda Studio di Torino, con un sostegno di Piemonte dal Vivo. Si vorrebbe approfondire la relazione tra ricerca sul movimento, tecniche di nouveau cirque, dialogo sonoro tra corpo e ambiente.

    di Caterina Mochi Sismondi
    con  Elena Cavallo, Giulia Lazzarino, Andrea Cerrato
    regia di Caterina Mochi Sismondi
    musiche di Davide Tomat

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  • Deplacé

    Frammenti di corpi, suoni e voci, innesti di semplici strutture, di personaggi, immobili o in movimento che si compongono e si rompono in coerenza con l’ambiente circostante e allo stesso tempo “fuori luogo”.

    di Caterina Mochi Sismondi
    in scena Caterina Mochi Sismondi, Roberto Baffa, Sandya Nagaraja, Isabella Filippini, Gianluca Pezzino,  Michela Cotterchio, Matteo Frau, Daniele Bergonzi
    musiche di Marco Tardito, The Sweet Life Society (Gabriele Concas e Matteo Marini), Max Borrella, Giorgio Bevilacqua, Helga Ovale, Davide Tomat, Gianluca Pezzino

    Progetto ospitato da
    pleased-to-meet-you (Fondazione LIVE Piemonte dal Vivo)
    HOP.E (La Reggia di Venaria)
    Napoli Fringe Festival
    Stalker teatro / Officine CAOS

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  • Aperegina

    L’ape è un insetto sociale e l’ape regina è la madre di tutte le api della famiglia. I fuchi, maschi dell’alveare, hanno il solo compito di accoppiarsi durante il volo nuziale, la danza dell’ape regina. La loro bocca non è adatta a succhiare il nettare, le zampe non riescono a raccogliere il polline, non hanno il pungiglione e non si possono difendere.

    Nella metafora dell’alveare come sistema familiare, i due sposi vivono il loro incontro in un luogo mitico. Come le api comunicano tra di loro danzando, in un sistema di sopravvivenza che è legato strettamente alla riproduzione, così Regina e Alfonsino consumano la loro danza nell’alveare metaforico della camera da letto. La notte, tempo dell’attesa di Regina, diventa contenitore di sogni e di paure, come succede quando si aspetta qualcosa che non arriva, e s’inizia a temere che non arriverà mai.

    di Marta Pastorino
    con Elena Cavallo e Gianluca Pezzino
    coreografia Caterina Mochi Sismondi
    sonorizzazione Gianluca Pezzino
    costumi Roberta Vacchetta
    luci Massimo Violato
    regia Caterina Mochi Sismondi e Marta Pastorino
    produzione blucinQue

    progetto vincitore a RIgenerazione 2008
    debutto XV edizione del Festival delle Colline Torinesi
    si ringraziano Associazione Villa5 e Dimora Coreografica
    prima nazionale 15 giugno 2010, Cavallerizza Reale, Torino
    presentato in collaborazione con Fondazione Teatro Piemonte Europa
    durata 60 minuti

    Progetto ospitato da
    XV edizione del Festival delle Colline Torinesi

    • Ape Regina / Compagnia blucinQue
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    • Ape Regina / Compagnia blucinQue
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  • ESTRATTO 1

    Un cubo, un uomo, una donna, una relazione. Un cubo in scena delimita e trasforma. Un quadro, uno spazio fisico, uno interiore, uno neutro che prende forma e subito il gioco delle parti si crea, senza capire se esiste fuori o dentro di noi. A partire dallo studio di segmenti del corpo e frames musicali, Estratto1 è un lavoro che porta al desiderio di indagare anche su immagini di Francis Bacon.

    di Caterina Mochi Sismondi
    con Gianluca Pezzino e Caterina Mochi Sismondi studio dalla drammaturgia di Aperegina di Marta Pastorino musica a cura di Matteo Curallo e Gianluca Pezzino
    produzione blucinQue
    durata 35’
    residenza e presentazione per la rassegna Inside/Off – Torino 2010

     

    • Estratto 1
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